Questo secondo gruppo del Negozio Magico è stato speciale e credo sarà irripetibile. Erano presenti veri e propri “Generali a 4 stelle”.
Luisa, che 29 anni fa ha assistito al mio esordio come direttore dei bienni di Formazione al Counselling a Milano.
Maria Nives, che 28 anni fa ha assistito al mio esordio come Formatore di Formatori in Italia del Metodo Gordon (Genitori Efficaci, Insegnanti Efficaci).
Donatella, che mi ha conosciuto nel 1998 in attività formative fatte con l’AITSAM.
Sabina e Massimo, che si sono formati con me come Formatori Gordon nel 1999 e che mi hanno seguito da quella volta in tutte le mie produzioni di percorsi formativi strutturati, tratti dai libri che ho scritto: Genitori in regola, Insegnanti in regola, Ho un sogno per mio figlio, The Difference, Progetto Persona, Il Counselling Situazionale e vari Convegni organizzati con Kaloi dal 2008 in poi.
Cinzia che dopo il terzo anno della Scuola di Counselling con l’approccio rogersiano, ha seguito in fotocopia come gli altri tutto quanto.
Stefano che dal 2009 in poi non ne ha persa una delle mie proposte, e mi tormenta per averne altre.
E poi via via tutti gli altri che dal 2015 hanno frequentato la Scuola Triennale di Counselling Situazionale: Mara, Serena, Gemma, Marco, Michela, Daniela, Cristiano, Luigia, Sara, Giancarlo.
Alcuni dei quasi mille tra Formatori e Counsellor che ho incontrato in formazione negli ultimi trent’anni e più.
Relazioni di così lunga durata le si riscontrano solo nei matrimoni solidi, oppure nelle interminabili psicoanalisi ventennali di una vita fa.
Qual è il segreto di una siffatta longevità?
Come per ogni relazione, si è sempre in due a farla durare o terminare.
Le loro motivazioni andrebbe chieste a loro, anche se certamente la voglia di apprendere, scoprire cose nuove, l’essere curiosi e umili da non sentirsi mai arrivati, li contraddistingue tutti dal primo all’ultimo.
Ma anche la motivazione più solida, se non incontra alcune condizioni speciali, non può durare così a lungo, come del resto accade normalmente in senso inverso nei percorsi Scolastici.
E credo che l’aver incontrato un contesto di apprendimento ironico, piacevole e stimolante, caldo e informale, affettivamente vivo, improntato al riconoscimento e all’ascolto di ogni diversità, fatto apposta per ricaricare energie, creare benessere e positività e trovare sempre possibilità di intuizione e insight, fortemente orientato alla esperienza personale e alla creazione di una comunità di apprendimento, al quale del resto tutti loro hanno contribuito a piene mani nella costruzione (questo fa la differenza), sia stato determinante.
Perché tra tutte le parole, Luigia nel commento finale dice: “Non si ride mai così tanto come in questo luogo”, e Gemma aggiunge: “Questo posto è una magia”.
Una cosa così, facilmente crea una dipendenza positiva.
E per ultimo una caratteristica che è mia, ma che per molti versi sento non appartenermi, qualcosa per cui sono grato alla vita e, se esiste, al Padreterno, un dono particolare che ho ricevuto e coltivato soprattutto in questi ultimi vent’anni: la creatività.
Negli anni anch’io come loro non mi sono adagiato sugli allori, ho continuato a produrre nuovi contenuti, nuove attività, aprire scenari e perlustrare luoghi sconosciuti, nei quali anch’io mi addentravo circospetto con aria da scienziato, più che da professore.
Ho scritto libri, strutturato percorsi formativi dettagliati, organizzato veri e propri manuali Guida per i Formatori, costruito materiali cartacei e multimediali di ogni sorta, compresi i video con doppi personaggi prima di Maurizio Crozza, per facilitare il loro lavoro nel riproporre quanto ricevuto rielaborandolo a propria misura.
Un dono che ogni giorno mi fa provare un sentimento di gratitudine per la vita difficile da esprimere a parole.
E così Cinzia, al termine del week end, prima di avviarsi all’uscita, mi ferma e mi domanda: “Ma al di là delle nostre parole, tu sei soddisfatto dell’esito? Perché quando si crea qualcosa di nuovo, non si sa che impatto avrà nelle persone, e questi sono i due primi week end che hai fatto. Tu sei soddisfatto?”.
Io la guardo e serenamente rispondo: “In ogni passaggio della creazione, ogni giornata termina con una breve frase: E vide che ciò era buono. Da molti anni a questa parte io mi sento partecipe della creazione, perché faccio nascere qualcosa che prima non c’era, e il sentimento più forte e bello è proprio quel: E vide che ciò era buono. Poi gli altri possono apprezzare e gioire oppure svalutare o soprattutto non capire, ma questo è parte della loro storia. Io so col Negozio Magico di aver creato qualcosa di speciale e soprattutto semplice, che potrebbe dare alle persone la possibilità di vivere la vita in modo pieno, soddisfacente e soprattutto con una forte sensazione di potere personale. E questo mi basta.
Come detto nel week end, mi è chiaro il fatto che il libro si legge in quattro ore, ma lo si capisce in vent’anni. Lo stesso per il week end formativo”.
E’ ovvio che a questo si aggiunge il piacere che qualcuno riesca a cogliere tutta la complessità e la profondità contenuta in una cosa apparentemente semplice. E così Francesco capisce che nella proposta, oltre agli aspetti di tipo pragmatico nella gestione di un qualunque evento di vita, c’è una forte componente esistenziale, che interroga e al tempo stesso nutre. E allo stesso modo Marco aggiunge: “Mi ha colpito molto il rapporto tra la dimensione orizzontale pragmatica, quindi la parte leggera e ludica oltrechè utile, e la profondità degli approfondimenti, cui dedicare vent’anni per ciascuno. Penso che sia una occasione molto rara perché abbiamo entrambe le cose nei corsi con te e in quello che facciamo tra di noi, perché altrimenti è facile trovare proposte molto riduttive, semplici, lineare o banali, oppure di contro tante cose profonde, filosofiche che parlano della vita, ma che poi non ti danno strumenti”.
Ecco, nel binomio che la formazione si trova sempre a dover affrontare come suo scopo e mandato (fornire il pesce o la canna da pesca), potrei sintetizzare così le parole di Marco: “Nel Negozio Magico si trova il pesce, la canna da pesca e anche un ampio spazio per definire l’identità del pescatore”.
Per tutti questi motivi, il primo e principale dei quali sono le persone che vi hanno partecipato e la storia che si è costruita con loro, persone che probabilmente non avranno modo di tornare tutte insieme in questa sperduta cittadina del nord est, ho descritto come irripetibile questa seconda esperienza. Senza nulla togliere alla piacevolezza della prima e di tutte le altre che seguiranno a partire da febbraio.
Se una cosa è speciale va riconosciuto e spiegato senza timore di fare differenze.
Il sentimento di gratitudine per la stima, l’affetto e la pazienza che tutte le persone nominate (ma in realtà anche molte, molte altre non presenti), hanno nutrito in tutti questi anni per me, da sempre ricambiate a piene mani, ha i colori dell’aurora boreale.
Grazie a tutti voi.
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