Non sono mai stato bravo a scrivere e raccontare storie inventate.
Scuola Elementare, quarta o quinta. A volte manca qualche minuto allo squillo della campanella, e il Maestro non vuole iniziare cose nuove. Un tempo morto. Usa qualcuno di noi da intrattenitore, In genere sceglie Casiroli, un mio compagno, che sa trattenere tutto col fiato sospeso e aggrappati in silenzio ai banchi. Narra la storia di Billy e Bolly, due personaggi inventati che viaggiano su una macchina dell'800, a giudicare dai particolari del so racconto. Episodi di una saga che dura pochi minuti. Attraente, divertente. Soprattutto immaginata, inventata di sana pianta. Non so come faccia. Una ammirazione infinita per quella fantasia da bambino che calamita altri bambini.
“Cercare di essere ciò che non si è, risulta un esercizio di stupidità, oltrechè di spreco energetico. Meglio una vita da sviluppo sostenibile, nel quale riconoscere la propria strada. Qualunque essa sia”
In uno di quei giorni, il Maestro decide di cambiare intrattenitore, e guarda caso sceglie me come narratore. Oltre all'imbarazzo di esibirmi in pubblico, lo scoglio più grande di quei minuti, è l'invenzione di una storia credibile e attraente. Facciamo anche solo l'invenzione di una storia. Rifiutare non è possibile. E così faccio il mio tentativo maldestro. Un fallimento previsto e stampato sul volto dei miei compagni di classe.
Conosci te stesso
Dopo aver scritto alcuni libri, qualcosa sulla scrittura e sullo scrivere ho imparato. Quasi tutti libri che ho scritto sono saggi, e l'unico romanzo non è un vero e proprio romanzo, ma una storia ideata a partire da fatti di verità, le lettere che mio padre e mia madre si sono scambiati nei venti mesi di prigionia in Germania durante la seconda guerra Mondiale. Ho solo collegato con ago e filo la loro storia.
Il desiderio di scrivere un romanzo ultimamente mi è passato per la mente. Ne ho iniziati anche un paio, così, per provare. Non sono più quel bambino delle Scuole Elementari, che non riusciva a mettere in fila una parola dietro l'altra, ma la difficoltà di inventare una storia di sana pianta è rimasta. Potrei sforzarmi, ma per cosa? Ed ecco allora che torno alla mia cara e vecchia conosciuta abilità: Narrare una storia vera. La mia vita attraverso i cani che ho incontrato. Ed ecco che sta per vedere la luce la mia ultima creatura: "Simpatiche cose pelose".
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