Ogni voto è un bilancio. Per la vita solo più complesso.
Il 26 novembre 2053, con molta probabilità, non sarò su questo mondo. Capisco, mi sono tenuto largo, compirei cent'anni. E' che stanotte ho fatto un sogno. Uno di quelli che ricordi bene quando ti svegli al mattino. Entro in un ambiente molto ampio, una sorta di loft composto da più parti. Un grande tavolo con diverse persone attorno, alcune in piedi, altre sedute. Sulla sinistra una panca angolare, di quelle che si vedono nelle cucine in Trentino. Anche qui qualche persona seduta ed altre in piedi. E poi altri spazi e crocchi di persone ben conosciute. Vedo molti dei Formatori che ho contribuito a formare nella mia vita professionale, sorridenti, impegnati in faccende organizzative, discussioni animate e produttive.
Passo per quegli spazi sorridendo, e in cambio ricevo sorrisi, saluti, e un “Meno male che sei venuto a trovarci”. E in un lampo la vita scorre nei miei occhi. Prima da dormiente e poi da sveglio, appena riprendo la padronanza di me.
Ci sono momenti nei quali ti fermi e guardi la vita che hai passato domandandoti: Che voto darei?
La risposta è immediata, conosciuta e sedimentata nel tempo, ancorchè presente in tutto il mio iter scolastico di quasi sufficiente. Come media non si scappa, dal 5 al 6, un voto cui sono abbonato. Quasi sufficiente, ma quasi. E’ quel “quasi” che ciula, come dicono a Milano.
Ma qualcosa mi salva, legittimando quel “Mi affido alla clemenza della corte”, da pensiero di fine vita.
Ad un certo punto della mia vita professionale, giunge il momento di passare le consegne, creare l’occasione perché altri proseguano in una impresa nata da me, ma quasi per caso. Nel 2013, ben prima di Papa Ratzinger, lascio gratuitamente ad un gruppo di Formatori disponibili, la mia produzione intellettuale di libri e percorsi formativi, per gestire la Formazione Formatori, il sito ed altre attività. Lascio quel ben di Dio, ovviamente dal mio punto di vista, indipendentemente dalla simpatia o antipatia che ho per quelle persone. Non è semplice affidare i propri figli in mano ad altri, soprattutto se non c’è feeling immediato, ma perché quei figli crescano è un passaggio necessario.
Tra il 2015 e il 2021, dopo aver dato vita ad un nuovo approccio e ad nuova Scuola di Counselling Situazionale in Italia, lascio gratuitamente la mia produzione intellettuale alla IMR, Italian Medical Research, perché una idea ha bisogno di forze giovani e fresche per potere camminare spedita e autonoma. E faccio in modo che tutta la Formazione Permanente, gli aggiornamenti Professionali, le attività su Marketing e promozione delle nuove Scuole, siano in mano ad un altro gruppo di Formatori disponibili e volontari.
Non è semplice lasciare. Vedo persone che si aggrappano al loro dominio di attività come fossero eterne, o forse in quello ricercano l’eternità, mantenendo gelosamente le proprio posizioni di potere conquistate. Per vari motivi io ho fatto altre scelte e questo, nel mio bilancio di vita, alza la media di quel voto che avrebbe anche potuto essere un quattro.
Per questo poi conio gli aforismi, fatti non di parole vuote, ma azioni concrete: “I tuoi soldi nella tomba non te li puoi portare, le tue idee sì”.
Grazie Roberto per questa tua riflessione! Ed io, che sono stata fruitrice dei tuoi doni non posso altro che ringraziarti! Sei un’ “Anima bella”…leggendo il tuo post mi è venuto in mente un passo del libro di Mancuso “La via della bellezza” che ora riporto: